"Il subcontinente argentino non si esaurisce nella mitica e spopolata Patagonia, che pur presenta paesaggi drammatici, instancabili ghiacciai (Perito Moreno) agognate vette andine (Cerro Torre, Fitz Roy) ventosi silenzi (ovunque), mari di pecore e straordinari animali marini (elefanti e leoni marini, pinguini, balene). LÆArgentina, unica tanto nei paesaggi che nellÆumanità multietnica e multiculturale, sorprende nella Mesopotamia che, con le sue smisurate estancias cavalcate dai peones, inumidita dalle lagune popolate da carpinchos e yacares e bruciata dal sole giaguaro nei boschi dellÆImpenetrable chaqueño, regala silenzi assordanti, cieli smisurati e forti emozioni. Come la regione di Misiones con le riduzioni gesuitiche, la Selva Misionera, la terra rossa immortalata da Hudson e le note cascate di Iguazù. È però il Norte o NOA, delimitato dalle province di Salta Jujuy e Tucumán, a offrire gli scenari più assoluti, poco modellati dallÆuomo se non nei rari vigneti di Cafajate: la Puna, la Quebrada de Humahuaca, la Quebrada de Escoipe, le valli Calchaquiés, la Cuesta del Obispo, il Parco Nazionale dei Cactus, il Penon. E poi ecco i vigneti di Mendoza ai piedi dellÆAconcagua, la meteoritica Valle della Luna e infine Córdoba "la dotta", dove un secolo fa si sprigionò la prima riforma democratica universitaria. Infine Buenos Aires: la colta effervescente capital federal cara a Borges e a Bioy Casares, a Cortazár e al regista Mariano Ginés. Oltre il tango; oltre la nuova Boca-Distretto delle Arti; oltre Palermo Soho e il suo design. È, e resta, la capital del Sudamerica."